Montagne di carta: le società-cartiere nel mirino dell'operazione "Titano"

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Link all'articolo originale su Il Resto del Carlino

20 Giu 2024

Sugli ultimi avvenimenti di affari illegali, ribadiamo alcuni concetti che abbiamo manifestato in alcune nostre iniziative.

Le mafie si sono evolute ed hanno modificato le proprie azioni, entrando prepotentemente in tutti i settori economici trovando terreno fertile nel fare affari, senza dover ricorrere a sistemi di violenza, potendo contare su rapporti a tutti i livelli territoriali ed istituzionali, con la cosi detta zona grigia. Le ultime indagini su un sistema di affari illegali, di false fatturazioni, le società cartiere, di scambio di voti con appalti e favori, di corruzione politica amministrative, sono la dimostrazione di come le mafie siano capaci di operare sul filo della legalità, mimetizzandosi fra poteri e società. Le condizioni di aggravamento economico hanno prodotto mutazioni antropologiche, che hanno ridotto i confini fra legalità e illegalità, in quegli spazi si è inserita la mafia come sistema nel sistema. Infatti diventa più difficile scoprire i grandi affari illegali rispetto ai piccoli reati. Lo dice anche Gratteri. Noi prendiamo le distanze e ci dissociamo da tutto il sistema del male affare, ci proponiamo quindi come cittadinanza attiva, di operare per una informazione etica dei nostri iscritti e cittadini. Di costruire reti e legami sociali e competenze, costruire spazi collettivi per dire: no alle scorciatoie, ai favori e raccomandazioni, scegliere sempre vie legali, coniugare misure interdittive con prevenzione collettiva attraverso strumenti di bonifica aziendale, in collaborazione con le autorità competenti dello stato. Vincere l’indifferenza perché il silenzio degli onesti è il pericolo maggiore. La paura è un sentimento razionale, parlare per vincere la paura delle mafie, parlare perché è un diritto costituzionale, ma anche perché il male affare si annida, ormai dappertutto, non vi sono organizzazioni politiche e sociali che non siano state toccate dal fenomeno di illegalità, quindi non c’è da fare i primi della classe e distribuire pagelle, tutte le organizzazioni possono aver avuto al loro interno qualcuno che si sia macchiato di reato di affari con la mafia. Naturalmente non si può condannare una intera organizzazione se ha avuto qualche suo componente che si sia macchiato di reato, allo stesso modo non si possono condannare intere comunità, perché questo sarebbe un favore alle mafie. Ci siamo costituiti in associazione con lo scopo primario di contrasto alla subcultura mafiosa e illegalità, intimando a chi non condivide questi scopi e valori, di non entrare nella nostra organizzazione. Qui non c’è nulla da guadagnare, noi collaboriamo con i poteri dello stato e intendiamo mantenere alta la guardia e contribuire alla costituzione degli anti corpi sociali.

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